Locurcio Antonio (Sant’Agata di Puglia, 21 marzo 1858, Roma, 20 febbraio 1938), Maggiore generale, Comandante l’artiglieria della IV Armata, Ordine militare dei Savoia. La sua fu una brillante carriera militare. Si distinse per l’”intelligenza e l’attività nell’organizzazione del servizio, il tiro ed il successivo impiego delle dipendenti batterie…esponendosi per coordinare le azioni degli osservatori. Oslavia, Sabotino, Palva. Ottobre 1915-maggio 1916”.
Locurcio Antonio
Cavaliere Ordine Militare d'Italia
Maggiore Generale
Data del conferimento: 28/12/1916
Sant’Agata di Puglia intitolò strade ad eroi santagatesi quali Carmelo Barbato, capitano 32 Fanteria, caduto a Castelnuovo del Carso il 18 luglio 1915, croce di guerra e medaglia d’argento al valor militare; al sottotenente Silvio Volpe, ventenne, 95 Fanteria, caduto a Vertoibizza il I novembre 1916, croce di guerra; al sottotenente Silvio Mele, classe ’99, caduto il 10 agosto 1918 fra le Grave del Piave, a G. De Capraris.
Nella toponomastica si vollero ricordare il capitano mercantile Nazario Sauro, il generale Luigi Cadorna, il poeta Gabriele Dannunzio, e località ove rifulse l’eroismo degli italiani: Vittorio Veneto, Monte Grappa, Trento, Trieste, ed anche il 24 maggio del 1915, giorno di entrata in guerra dell’Italia!
Intitolazione di scuole ed aule scolastiche a soldati santagatesi caduti nella I Guerra mondiale
Il 13 febbraio 1934, il podestà Samuele Danza, il prof. Domenico Rosati, presidente dell’Opera Nazionale Balilla, e Vincenzo De Vito, presidente della Sezione mutilati, sorteggiarono tre nominativi fra quelli dei 99 caduti nella I guerra mondiale, per dare il loro nome alle scuole rurali istituite dall’Ente pugliese di cultura nel territorio santagatese. La scuola di Marchitellazzo venne intitolata al caporal maggiore Berardino Alberto, quella di Piano Casale al sergente Cavaliere Vito, quella di Monterotondo al soldato Letterio Antonio.
Il podestà Samuele Danza e il segretario, avv. Quintino Mascia, ne sorteggiarono altri 11 per intitolare ai caduti altrettante aule scolastiche: Agnelli Michele, Conversano Vito, Damiano Paolo, Danza Giuseppe, De Capraris Giuseppe, Fredella Rocco, Morano Michele, Munifico Pasquale, Tedesco Andrea, Turchiarelli Emilio, Zenga Nicola.
Il monumento ai caduti
L’Amministrazione comunale di Sant’Agata di Puglia nella seduta del 12 luglio 1919, con delibera n. 32, decise di dedicare “una lapide ai caduti sul campo della gloria” e affidò l’incarico al prof. Beniamino Nàtola, noto scultore di Foggia.
Successivamente la stessa Amministrazione, interpretando i voti della popolazione, preferì alla lapide un monumento, che realizzò il prof. Turillo Sindoni di Roma.
Si costituì un Comitato per raccogliere i fondi e si aprì una pubblica sottoscrizione che fruttò la somma di lire 500, cui la Sezione mutilati e invalidi aggiunse lire 750,75, ed il Ministero della Casa di S.M. il Re lire 300. Il Ministero della guerra, grazie all’interessamento del sindaco, tenente generale grand’uff. Antonio Locurcio, fece pervenire 6 granate da 280, spedite gratuitamente dalla Direzione di artiglieria di Venezia e quattro bombarde da cm. 9 dalla Direzione di artiglieria del Regio esercito di Taranto, “quali cimeli di guerra da conservare inalterate ad ornamento del monumento ai gloriosi caduti”.
Il monumento, che rappresentava l’Italia vittoriosa, fu collocato in Piazza XX Settembre, di fronte al Palazzo comunale, fu inaugurato domenica 3 giugno 1923, festa dello Statuto, mentre la banda cittadina eseguiva il commovente Inno del Piave.
Il monumento ai caduti di tutte le guerre
Nel 1971 si volle sostituire il vecchio monumento ai caduti con un altro realizzato dal noto scultore sanseverese prof. Luigi Schingo.
L’amministrazione comunale provvide ad abbattere il vecchio sulla cui piattaforma si collocò il nuovo. Il gruppo artistico, a figure intere, alte circa due metri, rappresenta un combattente in atteggiamento guerriero, con una bomba in mano, che con il suo corpo fa scudo all’Italia rappresentata da una donna che stringe al seno un bambino. L’opera costò 5 milioni di lire.
La base del monumento reca scritti, ad imperitura memoria, i nomi dei caduti santagatesi nella prima guerra mondiale, nella guerra di Spagna, in quella dell’Africa orientale, nella seconda guerra mondiale, i nomi dei dispersi e delle vittime civili di quest’ultima.
La commemorazione dei caduti in guerra, con la S. Messa celebrata presso il monumento, non si tenne più a giugno, nel giorno della festa dello Statuto, ma il 4 Novembre, sempre con gran solennità e concorso di associazioni, scolaresche, autorità, popolo, clero.
Il 4 novembre 1971 ai piedi del nuovo monumento si svolse una cerimonia religiosa e civile particolarmente solenne per l’attribuzione dell’onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto ad ex combattenti santagatesi. Si ricordarono tutti i caduti in guerra, luminosi esempi di eroismo ed attaccamento alla Patria.
Il Parco della Rimembranza
I Parchi della rimembranza, chiamati “giardini ricordo”, si realizzarono dopo la prima guerra mondiale in memoria di giovani vite immolate per la grandezza della Patria. Si volle affidare agli alberi il grande messaggio della rinascita, della vita, della pace contro gli orrori della guerra . A Sant’Agata s’impiantò nel 1929 in quella fascia di terreno che attualmente va dal luogo ove sorge il Monumento di S. Pio fino all’ex macello comunale (Via mons. Donato Pagano e Via P. Nicola D’Amato), e su cui, negli anni ’50-‘60, furono costruite le palazzine INA Casa. Si misero a dimora alberi, soprattutto cipressi, e per i santagatesi divenne il sacro luogo della memoria, che ancora oggi porta il nome “Parco della rimembranza”.
Decorati santagatesi della I guerra mondiale
Locurcio Antonio (Sant’Agata di Puglia, 21 marzo 1858, Roma, 20 febbraio 1938), Maggiore generale, Comandante l’artiglieria della IV Armata, Ordine militare dei Savoia. La sua fu una brillante carriera militare. Si distinse per l’”intelligenza e l’attività nell’organizzazione del servizio, il tiro ed il successivo impiego delle dipendenti batterie…esponendosi per coordinare le azioni degli osservatori. Oslavia, Sabotino, Palva. Ottobre 1915-maggio 1916”.
Medaglie d’argento: Anzano Pasquale, Maggiore 254 Fanteria. “Comandante di spiccate doti di carattere, d’intelligenza e di energia, nella operazione notturna in montagna per la conquista della conca di Belluno, sempre in testa al proprio battaglione, lo conduceva con grande risolutezza, con giovanile slancio e grande coraggio…Casere Navanze 31 ottobre-1 novembre 1918”.
Barbato Carmine, Capitano 32 Fanteria. “Colpito mortalmente al petto dal fuoco di una mitragliatrice avversaria mentre con il suo battaglione si accingeva eroicamente ad attaccare le fortificazioni austriache di Castelnuovo del Carso. 18 luglio 1915”.
Decorati santagatesi della I Guerra mondiale
Cela Giuseppe, 3 Artiglieria Fortezza 12 Gruppo Aeroplani 35 Squadriglia. “In quarantacinque voli di guerra fu sempre esempio di rare virtù militari e magnifico spirito di sacrificio. Cadore, Gorizia, Zona del Grappa, Montello, gennaio-giugno 1918”.
De Capraris Gennaro, Sottotenente 206 Fanteria. Fu “un luminoso esempio di virtù militari”. Casa due pini S. Marco (Gorizia) 15 novembre 1916.
Soldo Luciano, Sergente 43 Fanteria. “Mentre eseguiva il suo mandato, sotto un fuoco efficacissimo del nemico veniva colpito da una pallottola di fucile che gli spezzava un braccio”. Zagora, 2 novembre 1915.
Volpe Silvio, Sottotenente 95 Fanteria. Con eroico coraggio si lanciava all’attacco col proprio plotone. Morì in seguito a ferita ad un piede. Vertoibizza Case Nigris (Gorizia) 12 novembre 1916.
Medaglia di bronzo
Colotti Michele, Soldato Fanteria.
Di Giorgio Francesco, Sergente Genio.
Russo Pasquale Soldato Fanteria.
Volpe Nicola, Capitano Fanteria.
Dispersi in Russia- II Guerra mondiale
Alcuni soldati santagatesi dalla Russia non tornarono mai più.
Così attesero invano per tutta la vita il ritorno dei rispettivi mariti dalla Russia:
De Vito Caterina, moglie di Leva Vito; Galli Luigina, moglie di Donofrio Pasquale; Morese Celeste, moglie di Palazzo Rocco; Locurcio Paolina, moglie di Palazzo Giuseppe; Palumbo Filomena, moglie di Danza Alessandro.
L’armistizio
Due giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, un gruppo di tedeschi arrivò a Sant’Agata con un camion dalla strada di Accadia, altri ne arrivano il 22. Fecero razzia di automobili, di tre vetture del servizio postale di Ascanio Barbato, dai bar presero bottiglie di liquore, pretesero vitto e alloggio. Studiarono la possibilità di istituire un presidio militare ed un rifugio sicuro per loro a Sant’Agata. Sentendosi incalzati dagli anglo americani, minarono le vie Candela-Sant’Agata-Accadia-Monteleone. Un mitragliamento aereo a mezzogiorno e nella notte del 27 settembre mise a soqquadro il paese. Una mina scoppiò il 28 settembre al bosco delle Cesine, facendo saltare in aria un carretto agricolo sul quale erano Luigi Antonio D’Esibio di 30 anni, e Rocco di Virgilio, uccidendoli.
Mercoledì 29 settembre, in autoblindo arrivarono a Sant’Agata sette inglesi, i quali tolsero le mine e ostruzioni dalle strade. In piazza furono accolti festosamente. La popolazione respirò aria di libertà.
Lazzaro Fredella
(Sant’Agata di Puglia, 8/11/1906, Tembien, (A.O.) 2/01/1936)